Star Wars Battlefront 2: Microtransazioni rimosse per volere di Disney?


Se avete seguito le ultime notizie in ambito videoludico, sarete certamente a conoscenza dell’enorme polverone mediatico che si era venuto a creare attorno ad Electronic Arts e al suo appena rilasciato Star Wars Battlefront 2, finito nell’occhio del ciclone a causa di quello spinoso argomento che da sempre è in grado di far inferocire anche i fan più sfegatati di un determinato franchise: le microtransazioni.

Dopo l’annuncio che il nuovo gioco a tema Guerre Stellari avrebbe integrato al suo interno delle funzionalità accessibili solo tramite l’ausilio di denaro reale, la community si era fatta sentire a gran voce tramite il web, preannunciando quello che sarebbe potuto diventare un vero e proprio boicottaggio di massa qualora il publisher non avesse fatto marcia indietro circa le politica adottata all’interno del gioco (che, tra le altre cose, non riguardava esclusivamente Battlefront 2, ma coinvolgeva anche altri giochi di Electronic Arts).

Ebbene, contro ogni previsione, EA Games si è scusata pubblicamente ed ha annunciato di aver mandato offline il sistema interno al gioco che permette di acquistare cristalli con soldi veri, sancendo di fatto l’eliminazione delle microtransazioni all’interno del titolo, almeno per il momento.
La decisione di Electronic Arts rappresenta un caso più unico che raro all’interno del panorama videoludico e mai prima d’ora si era assistito ad un cambiamento così radicale delle proprie politiche per volere dei giocatori.

Secondo alcune recenti indiscrezioni, però, quello che sembrava un vero e proprio atto magnanimo voluto da EA per placare gli animi dei fan, potrebbe non essere stato un gesto così spontaneo, almeno secondo il Wall Street Journal.
Stando a quanto riportato da uno dei reporter della testata, infatti, a volere l’eliminazione delle microtransazioni è stata direttamente Disney, il cui CEO Bob Iger avrebbe individuato nelle meccaniche a pagamento del titolo delle importanti similitudini con il gioco d’azzardo, il cui accostamento all’IP di Star Wars sarebbe stato un qualcosa da evitare.
Se consideriamo che l’ottavo episodio della celebre saga cinematografica è in dirittura d’arrivo nei cinema di tutto il mondo, il desiderio di Disney di non “inquinare” l’immagine di Star Wars in un periodo così delicato appare più che verosimile.

In ogni caso, è bene ricordare che anche Need for Speed Payback, ultima incarnazione della celebre saga automobilistica uscita di recente, ha subito un trattamento quasi analogo riguardo alle microtransazioni, rese assai meno invadenti con un’apposita patch rilasciata appositamente.

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