The Division 2: Ubisoft ammette che il gioco è stato un vero e proprio insuccesso


A quanto pare, in questi ultimi tempi in casa Ubisoft non se la stanno passando molto bene, almeno secondo quanto emerso dall’ultima riunione tenutasi con gli azionisti.
Senza nemmeno tentare di edulcorare la situazione, il CEO di Ubisoft Yves Guillemot ha recentemente comunicato quanto poco profittevoli siano state le proprie recenti produzioni, con un occhio specifico rivolto all’ultimo capitolo della serie di Ghost Recon, ossia quel Breakpoint uscito sul mercato poco meno che due mesi fa, e anche a The Division 2, che a quanto pare non è riuscito nell’impresa di bissare il successo commerciale ottenuto dal primo capitolo, nonostante la critica specializzata abbia in larga parte lodato il gioco.

The Division 2 è stato quindi definito come un vero e proprio fallimento, per certi versi anche piuttosto inaspettato considerate le solide aspettative che Ubisoft nutriva per il prodotto.
Inutile dirlo, dopo la comunicazione dei risultati finanziari degli ultimi giochi sviluppati da Ubisoft, la quotazione in borsa della società è letteralmente caduta a picco, con un -29% fatto registrare dalla borsa di Parigi.

Per cercare di raccogliere le idee e ragionare sul proprio futuro, Ubisoft ha quindi deciso di rimandare a data da destinarsi alcuni suoi titoli attualmente in sviluppo, tra cui figurano anche lo sparatutto cooperativo spin-off di Rainbow Six, ossia Raimbow Six Quarantine, e Skull and Bones, interessante titolo multiplayer competitivo che calerà i giocatori all’interno di un contesto piratesco.

Volendo poi tranquillizzare tutti i fan sull’approccio che la compagnia prenderà in futuro, Yves Guillemot ha esplicitamente confermato che Ubisoft non introdurrà mai all’interno dei suoi giochi alcun tipo di microtransazione che possa in qualche modo essere assimilabile alla definizione di “pay to win”.
Una presa di posizione lodevole, che mette in chiaro come, nonostante le momentanee difficoltà che Ubisoft sta attraversando in questo periodo, il publisher non ha alcuna intenzione di “cedere” alle logiche di mercato più profittevoli, ma allo stesso tempo osteggiate dai giocatori, disponibili al giorno d’oggi.

Voi cosa ne pensate di questa situazione? Avete avuto modo di giocare alle ultime produzioni Ubisoft? In cosa peccavano secondo voi? Fatecelo sapere!

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