Blizzard non è contenta delle politiche imposte da Activision


Inutile negarlo, in questi ultimi tempi Blizzard è stato un po’ al centro del ciclone e, a torto o a ragione, numerose critiche le sono state mosse contro, spesso da parte di fan non particolarmente contenti delle politiche adottate recentemente dal publisher ma talvolta anche da addetti del settore.
In particolare, l’ultimo grosso colpo accusato da Blizzard è stato generato da quello che potremo definire come “Effetto Diablo Immortal”, che ha scatenato una reazione davvero accesa nell’utenza.
Nonostante la parentesi di Immortal sia ormai diventata celebre in tutto il settore del gaming, non rappresenta l’unica occasione in cui i giocatori di vecchia data delle IP della casa con sede ad Irvine hanno manifestato i propri dissapori nei confronti del colosso che, già da qualche tempo, era accusato di essersi allontanato fin troppo dalla “filosofia” con cui aveva sempre operato nel mercato.

Fatto questo necessario preambolo, sembra proprio che anche la stessa Blizzard non sia particolarmente soddisfatta dell’operato di Activision, società con cui Blizzard si è fusa nel 2007.
Nonostante siano ormai unite sotto una stessa effige da più di 10 anni, le due compagnie hanno agito fino ad ora mantenendo una certa autonomia l’una rispetto all’altra, senza troppi sconvolgimenti per quanto riguarda le politiche adottate; tuttavia, sembra che negli ultimi tempi qualcosa sia cambiato e, più nello specifico, il peso di Activision sembra essersi fatto vagamente soffocante per Blizzard, che rischia ora di vedersi privata di quella indipendenza con cui ha agito fino a poco tempo fa.

I dettagli precisi non sono noti ma, secondo quanto riportato dal portale Kotaku, il fulcro di questa situazione sarebbe da ricercare nel nuovo chief financial officer presente ora in Blizzard, “mutuato” direttamente dalle fila del reparto finanziario di Actvision.
In poche parole, quest’ultimo avrebbe messo la società di Irvine sotto direttive nuove e commercialmente più aggressive, imponendo una riduzione dei costi non necessari, a scapito degli investimenti, e richiedendo alla software house di produrre più giochi e a cedenza più regolare.
Quest’ultima cosa non è ovviamente piaciuta alla direzione di Blizzard che, tramite una fonte interna che non è stata rivelata, ha espresso tutto il proprio malcontento per le nuove politiche, dichiarando che questa è la prima volta in assoluto in cui viene assunto un atteggiamento in cui si preferisce ridurre i costi anziché dedicare risorse agli investimenti.

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