The Evil Within - Anteprima Gamescom 2014


The Evil Whitin è certamente uno dei titoli più attesi tra tutti gli appassionati di survival horror.

Shinji Mikami non è certo l'ultimo arrivato all'interno del genere e, con un nome di questo calibro (per chi non lo sapesse, fu lui a dare i natali alla serie di Resident Evil) le aspettative non possono che alzarsi in maniera vertiginosa.

Dopo una discreta fila attorno allo stand allestito per l'occasione, abbiamo potuto mettere le mani su una porzione avanzata del gioco, che ci ha dato modo di farci un idea di quello che ci aspetterà nella versione completa.

I miei cazzotti non vi temono!

I mostri sanno essere piuttosto disordinati...

La location in cui abbiamo provato il gioco era piuttosto surreale; dopo che gli addetti ci hanno gentilmente accompagnati alla nostra postazione, ci siamo subito potuti mettere comodi e preparati per immergerci nel gioco.

Ciò che ci ha colpito di più, è stato come tutto l'ambiente era avvolto da un buio squarciato solo dalla luce emessa dai monitor e da una sinistra candela strategicamente posizionata in ogni postazione.

L'atmosfera, quindi, era piuttosto d'effetto e ben si conciliava con lo spirito del gioco.

Anche l'atmosfera presente all'interno del gioco è ben ricreata, con picchi raggiunti nei luoghi esterni, dove abbiamo potuto ammirare l'architettura di un edificio a dir poco inquietante, immerso in una nebbia fitta quel che basta per creare angoscia ma senza compromettere la linea visiva.

Il tempo che ci è stato concesso col gioco non è stato molto e, complice la nostra incapacità di mantenere il sangue freddo, che ci ha causato una morte che ha costretto a sprecare minuti preziosi per tornare sui nostri passi, non siamo riusciti a completare la porzione di gioco preparata per l'occasione.

Sappiate, però, che, come abbiamo imparato a nostre spese, correre all'assalto verso i nemici con l'intento di scazzottarli fino a mandarli al tappetto non è decisamente una buona idea, specialmente quando essi sono più di uno.

L'approccio stealth, non è solo caldamente consigliato ma è anche incentivato dal gioco stesso, ideato in modo da sfruttare l'ambiente circostante per svignarsela come conigli, con buona pace del nostro orgoglio.

Va anche detto, tuttavia, che, pur additandoci tutte le colpe possibili, se alla vista degli avversari il nostro primo impulso è stato quello di scagliarci contro di essi, evidentemente, qualcosa non ha funzionato, dal momento che in un gioco del genere il nostro primo pensiero dovrebbe essere quello di farcela sotto alla sola visione di qualcosa che si muove, non certo metterci a far rissa col primo demone che passa.

Sarà che le tipologie di mostri visti non erano certo tutte quelle che saranno presenti all'interno del gioco, e sarà anche che ormai, a furia di crescere a pane e horror, i nostri rudi cuoricini si sono desensibilizzati a certe situazioni, ma, in tutta franchezza, ci aspettavamo qualcosa di più dal maestro Mikami e speriamo che, in questo senso, il gioco finale non ci deluda.

Tra corridoi in penombra e stanze dall'aspetto tutto tranne che accogliente, abbiamo avuto modo anche di risolvere un semplice enigma. Nulla di eclatante per la verità, dal momento che è bastato posizionare un pezzo di metallo dentro un buco in un cervello trovato su un tavolo (si, detto così non ha alcun senso, ce ne rendiamo conto...) per dare il via ad una sorta di visione/reminiscenza che ci ha svelato alcuni retroscena su quanto accaduto.

Ecco a voi il migliore amico di Pyramid Head: testa quadra!

Ad un certo punto, abbiamo poi trovato una sorta di sedia delle torture con cui era possibile interagire. Ci siamo seduti, ci siamo fatti legare/imprigionare/torturare/perforare e abbiamo scoperto, non senza una certa sorpresa, che quella sedia era il luogo dove poter spendere i nostri punticini guadagnati con tanto sudore per potenziare le nostre abilità.

La prova del nove

Per il momento, The Evil Whitin è sicuramente un buon gioco, anche se è lontano dall'essere quel capolavoro annunciato che ci si aspetterebbe.

Ovviamente, il poco tempo che avevamo a disposizione non ci ha permesso di provare approfonditamente il titolo e di farci un giudizio definitivo e, in tutta franchezza, pur essendo piuttosto ottimisti a questo riguardo, non vogliamo sbilanciarci troppo, preferendo rimanere felicemente sorpresi una volta che il titolo arriverà nei negozi.

Ormai manca poco, la data d'uscita è fissata per ottobre, e tra circa due mesi potremo verificare se le nostre perplessità sono fondate o meno.

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